Perché Sant’Agata è raffigurata con le armi?

Il Professore Santi Correnti in Leggende di Sicilia e loro genesi storica (Longanesi, Milano, 1975) scrive: Il campione cristiano è San Giorgio, che nella Sicilia orientale ha avuto sempre una particolare devozione da parte dei fedeli: si pensi che San Giorgio era il patrono di Catania, assieme a Sant’Agata, nei tempi medievali, e fino al 1239 fu il simbolo della città ... San Giorgio e Sant’Agata erano, dunque, entrambi patroni della città di Catania. Una città retta da un vescovo che aveva, come unico emblema, un gonfalone con San Giorgio. Probabilmente San Giorgio era raffigurato, secondo la leggenda medievale, con lancia (o spada) nell’atto di trafiggere un drago che eruttava fiamme. Quando, nel 1239, Catania diventò città demaniale dovette munirsi di uno stemma cittadino. E si pensò di modificare anche l’esistente gonfalone. Il gonfalone esistente venne modificato e, al posto di San Giorgio, venne rappresentata Sant’Agata sul dorso dell’elefante. Un passaggio, quasi obbligato, da un patrono all’altro: al posto di un leggendario cavaliere venne raffigurata una reale concittadina, martire e Santa. Con estrema devozione, nel gonfalone cittadino, al posto del cavaliere San Giorgio, i catanesi elessero Sant’Agata. San Giorgio aveva liberato Catania dal diavolo (secondo una leggenda nostrana) e aveva battuto il drago ma Sant’Agata aveva realmente salvato Catania già in diverse occasioni. Ma perché Sant’Agata venne raffigurata armata? Se osserviamo attentamente le antiche incisioni che raffigurano San Giorgio e leggiamo le antiche leggende sul drago è facile comprendere: il terrore maggiore che il drago incuteva era costituito dalle fiamme incessanti che sgorgavano dalle fauci dell’animale. Ma i catanesi conoscevano (e conoscono ancora) fiamme ben più terribili di quelle di un drago: le fiamme e la lava dell’Etna. Ecco il nuovo drago, terribile e imprevedibile con il quale i catanesi convivevano. Ecco perché Sant’Agata è armata di lancia (o spada) e scudo: per combattere contro il nuovo drago, armata con le stesse armi del cavaliere San Giorgio. Quando il drago distendeva le sue grandi ali, alto nel cielo, l’orizzonte si oscurava, diventava nero. Poi il drago picchiava sui villaggi, eruttava fiamme e portava morte e distruzione. L’Etna lanciava lapilli, la cenere oscurava il cielo. Poi la lava sgorgava inarrestabile, incendiava villaggi e portava morte e distruzione. Come non vedere una precisa correlazione? Sant’Agata armata sostituisce San Giorgio in una lotta contro un altro drago. E’ alla Santa che i catanesi affidano la protezione della città contro le eruzioni, le fiamme, la lava di questo drago chiamato Etna. Quante volte, infatti, è stato portato il velo di Sant’Agata in processione per fermare le colate laviche? Copyright 2011-2012-2013-2014 Carmelo Coco

[Tratto da "Cani, elefanti, dee e santi (La storia dello stemma e del gonfalone di Catania)" Giovane Holden Edizioni 2011]

[Pubblicato su "Agorà" n. 39 del 2012, pagg. 12-15]

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