Carmelo Coco

         I Pupi Siciliani nella Letteratura, nel Teatro, nel Cinema, nella TV e nella Musica

    Da Marguerite Yourcenar (la grande scrittrice è stata la prima a riconoscere apertamente il debito che i francesi hanno verso l’opera dei pupi siciliani), al grande letterato inglese Henry Festing Jones (“I pupari conoscono i diavoli meglio di Dante Alighieri”).
    E poi Bufalino, Capuana, Henze, Levi, Licata, Martoglio, Orioles, Sciascia, Vittorini. Registi come Tornatore, Faenza, La Rosa, Coppola e altri.
    Citazioni e riferimenti sui pupi siciliani nella letteratura, nel teatro, nel cinema, nella musica. Una originalissima rassegna.


 

 

 

 

 


 

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Formato: 14 x 20,5 cm

Pagine: 60
Copyright 2012: Carmelo Coco
ISBN: 978-88-96571-46-0
Prezzo: € 6,00 (potete acquistare il libro nelle librerie del Web: Ibs, Amazon, etc.)
Edizione: Screenpress Edizioni
Genere: Saggistica
 

ALCUNE PAGINE DEL LIBRO:

1) Il debito di riconoscenza della Francia verso il teatro dell’opera dei pupi, in En Pèlerin et en étranger di Marguerite Yourcenar

Nel saggio En Pèlerin et en étranger (Pellegrina e straniera), Marguerite Yourcenar dedica ben cinque pagine ai pupi siciliani in un articolo intitolato Marionettes de Sicile scritto nel 1938.
    Dopo aver assistito ad uno spettacolo dei pupi in Sicilia, condensa, con una raffinata prosa, la storia del teatro dei pupi, parla dei pupari, dei personaggi, del repertorio.
    In un importante passo del saggio scrive: Il faut environ trois semaines pour donner, soirée par soirée, ces quelque cent chapitres de «l’histoire de France», comme on l’appelle ici, et peut-être en effet la France n’at-elle jamais offert d’elle -même une image plus pure que dans ces petits drames ingénus. (Occorrono circa tre settimane per rappresentare, sera dopo sera, tutti i cento capitoli della “Storia di Francia” come viene chiamata in Sicilia. In effetti, la Francia stessa non ha mai offerto di sé un’immagine più pura di quella che viene rappresentata in questi drammi ingenui).
    La grande scrittrice riconosce, così, il grande merito dell’opera dei pupi nel rappresentare la parte più pura della Francia.
    Attestando, nel contempo, il debito di riconoscenza che la Francia stessa deve avere per questa forma di teatro siciliano.
    La Yourcenar definisce i pupi siciliani “sublimi nella loro ingenuità” e subito dopo aggiunge: “Occorre spingersi fino al Giappone dei samurai per ritrovare una tale furia guerriera, oppure rifarsi ai Misteri del Medio Evo per ritrovare qualche cosa del medesimo fervore”.
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2) L’amore di un compositore tedesco per i pupi siciliani in Ingeborg Bachmann – Hans Werner Henze. Briefe einer Freundschaft

Il musicista tedesco Hans Werner Henze e la scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann furono legati da una lunga amicizia e da una proficua collaborazione artistica (basti citare i libretti che la Bachmann scrisse per le opere di Henze Der Prinz von Homburg - Il principe Von Homburg e Der junge Lord - Il piccolo Lord).
    La loro corrispondenza epistolare è contenuta nel libro Ingeborg Bachmann - Hans Werner Henze. Briefe einer Freundschaft curato da Hans Hoeller, Piper, Zürich, 2004.
    In una lettera inviata da Napoli e datata 28 ottobre 1957, Henze scrive alla Bachmann, in italiano, di aver cercato a lungo una persona in grado di “vestire pupi, in particolare, guerrieri siciliani”.
    Nel passo successivo afferma di averlo finalmente trovato: è un puparo ambulante che gira con il suo teatro per la provincia di Napoli. Appare evidente l’interesse di Henze per i pupi siciliani: li colleziona, li fa completare e abbellire da un artista; riesce, persino, ad avere una rappresentazione privata (una scena dell’Orlando Furioso) in casa propria.
    Un altro passo (scritto in un italiano incerto) della corrispondenza è rivelatore e convalida la nostra ipotesi: “Credo che con l’idea di servirsi del stile dei Pupi Siciliani si può fare un mucchio di cose buone e divertenti”.
    In un’altra lettera, sempre da Napoli e sempre in italiano, datata 12 novembre 1957, annunzia alla Bachmann, che “anche i due pupi siciliani finalmente sono vestiti d’armatura e seta rossa, uno è un saraceno, l’altro invece un italico, una delizia”.
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3) Un’opera in tedesco per i pupi siciliani, in Die Revolte von San Nazzaro.Oper für sizilianischeMarionetten di Hans Werner Henze

Henze scrisse il testo La rivolta di San Lazzaro nel 1955-56 come una rappresentazione per i pupi siciliani.
    L’opera venne trasmessa il 24 maggio 1957 come dramma radiofonico. Era interpretato dagli attori tedeschi Elisabeth Flickenschildt e Charles Regnier.Musiche dei due jazzisti americani Jimmy Giuffre e Chico Hamilton.
    Il testo del dramma è contenuto nel Sammlung Hans Werner Henze. Musikmanuskripte (Inventare der Paul Sacher Stiftung) edito da Schott nel 2003.
    Noi immaginiamo Henze assorto a fissare quei due pupi siciliani, ancora nudi e senza armature, mentre scrive Die Revolte von San Nazzaro.
    Li osserva e scrive, cercando di carpirne completamente l’anima.
    Come sappiamo, solamente nel novembre del 1957 (dunque circa sei mesi dopo la trasmissione radiofonica), Henze poté ammirare i suoi due pupi finalmente rivestiti e completi di armatura.
    È nostra intenzione richiedere l’autorizzazione per tradurre il testo del grande compositore tedesco per rappresentarlo così come era stato ideato: come spettacolo dell’opera dei pupi.
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5f) L’Inferno di Dante e i diavoli dell’Opera dei Pupi

Alessandro Greco era molto orgoglioso della scena con i diavoli durante la rappresentazione della “strada sotterranea”.
    Certamente, poteva far pensare ad uno dei gironi infernali di Dante.
    Disse a Jones:

Chi può rendere testimonianza alla verità delle parole di Dante? Non c’è niente di simile in Dante. Ma poi, non ci sarebbe, probabilmente, potuto essere niente di simile. Chi è Dante? Come versificazione, lingua, la sua poesia è bella, splendida, suprema, soprattutto rispetto ai libri di poesia di altri, ma come senso, che cos’è? E poi ancora, perché dovrebbe essere Dante a farmi credere nei diavoli? Sono io il sovrano di tutti i diavoli nel teatrino! Come se non conoscessi più diavoli di chiunque altro. Dante è l’imperatore delle Parole, ma io sono l’imperatore delle Gesta. E poi la sua oscurità! Come tema di discussione Dante è così oscuro come la religione. Si dice: “È così”. Mentre un altro dice: “Non è così”. Come gli uomini che discutono su un melone e uno dice: “All’interno è rosso” mentre un altro dice: “Il suo interno è bianco”. Chi può rendere testimonianza della verità delle parole di Dante? Non siamo in grado di tagliare il suo poema, aprirlo e vedere il suo significato interno. Mentre io ho tagliato il mio inferno e l’ho aperto per voi. Vi ho mostrato il suo interno, e voi potete rendere testimonianza della verità della strada sotterranea.
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8) I pupi anche nei finimenti degli asinelli dei carretti siciliani, nel film Cavalleria rusticana di Amleto Palermi

Cavalleria rusticana è un film in B/N del 1939 tratto dalla celebre novella di Giovanni Verga. Casa cinematografica Scalera film. Interpreti principali: Isa Pola (Santuzza), Carlo Ninchi (Alfio), Loris Duranti (Lola), Leonardo Cortese (Turiddu).
    Don Alfio, assieme alla moglie, sul tipico carretto siciliano, si recano alla festa di San Vincenzo.
    Alcuni compaesani lodano la bellezza del carretto e i paramenti dell’animale: “Bello compare Alfio, magnifico davvero”.
    Ma sono i ragazzini che descrivono le scene raffigurate sui paramenti dell’animale: “Orlando con Angelica passano il campo dell’imperatore Agricane, sfida diOrlando e Rinaldo, eccolo Rinaldo, Bradamante lascia legato Brunero, morte di Almonte, Orlando uccide l’animale parlante”.
    E Rinaldo, oltre ad essere disegnato nei finimenti dell’asinello, è anche un pupo siciliano col suo cavallo, che si muove e sobbalza alle scosse del carretto.
    Nel film una sfilata da cineteca di carretti siciliani tutti agghindati per la festa con pinnacchi di tistera e di sidduni, ricche bardature e paramenti per gli animali.